La gravidanza della fattrice dura in media 340 giorni, con oscillazioni considerate normali tra i 320 e i 370 giorni. I puledri nati prima dei 320 giorni richiedono assistenza e interventi veterinari, mentre quelli partoriti prima dei 300 giorni difficilmente sopravvivono. Si è visto che le dimensioni del feto sono ridotte, quando la fase finale della gravidanza coincide con i mesi invernali e che questo ha un impatto sulla crescita del puledro nei primi tre mesi di vita. In natura, infatti, i parti avvengono in primavera, ma per i cavalli da competizione si anticipano i calori e le fecondazioni per far partorire le fattrici nei primi mesi dell’anno. In questo modo, i puledri potranno essere domati e addestrati più precocemente e quindi esordire in anticipo nelle manifestazioni sportive.
Durante i primi 4 mesi di gravidanza la formazione del feto influisce in misura minima sulle necessità della fattrice, che se è in buono stato di nutrizione, può continuare ad alimentarsi con una razione di mantenimento.
Dal 5° mese gravidanza in poi, il feto avrà uno sviluppo repentino e imponente che farà aumentare le esigenze nutritive della cavalla in maniera considerevole. Per fare in modo che la fattrice arrivi al termine della gravidanza partorendo un puledro in buone condizioni e che essa stessa possa produrre un latte di buona qualità, è necessario apportare modifiche graduali alla sua dieta.
L’accrescimento del feto avviene soprattutto nei 2 mesi che precedono il parto, nonostante ciò, diversi studi hanno dimostrato che i fabbisogni energetici della fattrice aumentano già dal secondo trimestre di gravidanza a causa dello sviluppo della placenta. È necessario aumentare quindi l’energia sin dal 5° mese di gestazione, con incrementi più consistenti nell’ultimo trimestre di gravidanza. Il fabbisogno proteico aumenta con il progredire della gravidanza poiché durante la gestazione tutti i tessuti (utero, placenta e feto) richiedono una maggiore quantità di nutrienti biodisponibili. Ogni giorno, infatti, lo sviluppo del feto e della placenta sottrae alla madre 80 g di proteine, ma anche 7-8 g di Calcio e 4-6 g di Fosforo.
Negli ultimi due mesi di gravidanza, il feto occupa gran parte della cavità addominale, per questo la capacità della cavalla di ingerire sostanza secca è notevolmente ridotto. Aumentare l’energia somministrando elevati quantitativi di foraggio è pressoché impossibile, a causa del coefficiente di ingombro.
La scelta migliore è quella di somministrare cereali o specifici mangimi complementari ricchi di proteine nobili e minerali. Questi ultimi sono decisamente da preferire, per evitare errori di bilanciamento energetico e di integrazione. Per queste ragioni è consigliato somministrare alla fattrice un balancer con elevato tenore proteico (27%) come Mac Breed. Questa soluzione ha, tra l’altro, il vantaggio di abituare la cavalla al regime alimentare che dovrà essere adottato in lattazione.
Se si preferisce non modificare la dieta della fattrice, continuando a utilizzare il mangime di base o un mix di cereali, è consigliato aggiungere alla razione un mangime minerale come Osteo Foal, in grado di coprire i fabbisogni vitaminici, minerali e aminoacidici, apportando ben 4 grammi di lisina per quantità giornaliera da somministrare.
Una fattrice ben alimentata e con una genetica di livello, produce tra i 15 e i 20 litri di latte al giorno, dipendentemente dalla sua mole. In 150 giorni una PSI riesce ad esempio a produrre circa 1700 litri di latte.
Il picco di lattazione viene raggiunto durante il primo mese e durante questa fase la fattrice necessita di 48 g di proteina, 2.4 g di Calcio e 1.5 g di Fosforo per ogni kg di latte prodotto. Inoltre, i fabbisogni energetici della fattrice possono raddoppiare rispetto a quelli di mantenimento. È errato ritenere che una volta partorito, la fattrice possa tornare a regimi normali di alimentazione, anzi è proprio durante questa fase che necessita di energia: circa 1700 kcal per ogni kg di latte prodotto.
Al terzo mese di lattazione la produzione di latte diminuisce e riesce a coprire solo il 50% dei fabbisogni del puledro e al quarto mese solo il 20-25%. I puledri che non dispongono di integrazioni con mangimi complementari o minerali, depauperano le riserve della madre e nonostante ciò non riescono ad assumere tutti gli aminoacidi, viamine e minerali per crescere correttamente. Quando il latte si impoverisce, prima dello svezzamento, è consigliata l’integrazione della razione con Osteo Foal, non solo per la presenza di Lisina e Metionina che migliorano il tenore proteico, ma anche per l’apporto di Calcio e Fosforo in maniera bilanciata.
Le razioni prevalentemente basate sui cereali, eccedono con l’apporto di Fosforo, che difficilmente può essere compensato dal Calcio contenuto nei foraggi. L’eccesso di Fosforo impedisce l’assorbimento del Calcio provocando le più comuni alterazioni ortopediche dello sviluppo. Infine, per favorire l’assorbimento di Calcio è necessario integrare la dieta con Vitamina D, anch’essa contenuta in questo mangime minerale in polvere formulato da Equiplanet.
L’utilizzo di Osteo Foal è consigliato nel puledro almeno fino all’anno di età, proprio per contrastare l’insorgere di carenze nutrizionali che portano alle alterazioni morfo-funzionali dell’apparato scheletrico e cartilagineo, che tutti gli allevatori scongiurano.
Bibliografia