Talvolta i nostri cavalli non rendono in allenamento e in competizione quanto desidereremmo. Questo può essere ricondotto a differenti cause che devono essere prese in considerazione per migliorare il management, l’allenamento, l’alimentazione e di conseguenza il benessere del cavallo.
I problemi legati all’integrità della mucosa gastrica rappresentano i motivi principali di poor performance nel cavallo. Lo scarso rendimento può essere anche l’unica manifestazione di reazione da stress, per questo è fondamentale nel cavallo utilizzare dei mangimi complementari che si sono dimostrati efficaci, attraverso degli studi in campo, nel promuovere la guarigione di ulcere di grado moderato, come Trophogast Pellet.
Non è sufficiente l’introduzione di mangimi complementari con attività gastro-protettrice, se non vengono intraprese modifiche di management come la riduzione della scuderizzazione, aumento della frequenza dei pasti, la diminuzione della quota di amidi in razione, attraverso l’introduzione in razione di un mangime complementare con elevato tenore di fibra e di grassi, come Fat Fiber.
La seconda causa di poor performance è di natura respiratoria, a causa della conformazione anatomica delle vie aeree che caratterizza il cavallo. Il cavallo respira solo attraverso il naso, le vie respiratorie superiori sono strette e c’è molta distanza tra naso e polmoni. Ciò rende difficoltoso lo spostamento della colonna d’aria in ingresso e in uscita. Respirazione affannosa, affaticamento durante la prestazione e recupero prolungato dopo l’esercizio, sono disturbi comuni.
Un livello di allenamento inadeguato può indurre questi disturbi, per cui bisogna intervenire in sede di preparazione atletica, innanzitutto. Le vie aeree superiori sono più frequentemente interessate da resistenze durante l’esercizio e si possono udire anche dei rumori respiratori anomali. Per favorire una respirazione fisiologica è possibile somministrare un mangime complementare a base di olii essenziali con proprietà balsamiche come Jodoresp, unitamente a un buon esercizio fisico.
La terza causa di poor performance nel cavallo, ma per alcuni è addirittura al secondo posto, è di tipo muscolare. Perché l’attività fisica sia massimizzata deve esserci sia forza che velocità di contrazione muscolare. L’affaticamento muscolare può essere primario o secondario ad altre cause, ad esempio ortopediche o cardio-vascolari.
La capacità di contrazione muscolare dipende dalle fibre e in particolare dalle proteine che le compongono, velocisti e cavalli da endurance hanno differente sviluppo delle fibre muscolari (a rapida e a lenta contrazione) ed è l’allenamento che promuove lo sviluppo delle fibre.
I meccanismi all’origine dell’esaurimento fisico negli esercizi particolarmente intensi sono diversi da quelli che possono derivare da esercizi di più lunga durata con intensità moderate.
Accumulo di acido lattico: riguarda i cavalli impegnati in esercizi intensi, si ha un abbassamento del pH muscolare a valori di 6.5-6.3 con inibizione sia l’utilizzo del calcio nella fase di rilassamento muscolare, sia l’attivazione degli enzimi necessari per la sintesi dell’ATP.
Esaurimento glicogeno muscolare: responsabile dell’affaticamento negli esercizi di resistenza con depauperamento delle riserve energetiche. Negli esercizi di resistenza, come l’endurance, le cause sono rappresentate sia dall’esaurimento del glicogeno, dalla riduzione del glucosio, ma anche dall’eccessiva perdita di elettroliti e di acqua attraverso il sudore, e dall’ipertermia. Al contrario l’accumulo di acido lattico in questo caso è molto limitato.
Alla luce di ciò, in base all’attività svolta dal cavallo è importante scegliere il mangime complementare più utile a soddisfare i fabbisogni energetici e con la migliore efficacia.
Prodotti per l’acido lattico come Muscle Racing, Lacta Aid e No Acid, sono utili per cavalli sottoposti a esercizi intensi, mentre altri prodotti con finalità energetiche come Race Bowl Vitamix sono più utili nei cavalli con esercizio prevalentemente aerobio.
“Più dell’80% dell’energia prodotta generata dal metabolismo, durante l’esercizio è dissipata in calore. Per aiutare l’evaporazione, il circolo sanguigno viene dirottato verso la cute per permettere una migliore perfusione, a discapito di quella muscolare”.
L’overtraining è una causa di poor performance che si manifesta quando c’è uno squilibrio tra l’allenamento e il recupero. Questo si manifesta con stanchezza cronica, scarso rendimento, depressione e modificazione dell’atteggiamento del cavallo. In questo caso di poor performance, lo scarso rendimento si accompagna sempre a un cambiamento psicologico. In questi casi è necessario ridurre i carichi di lavoro e modificare il management del cavallo, rispettando il più possibile la sua etologia.
La caratteristica fondamentale del cavallo è di saper ricavare l’energia per la locomozione dal metabolismo aerobico in quantità e per tempi più lunghi rispetto alle altre specie. Il cavallo presenta, infatti, una soglia anaerobica particolarmente elevata, positivamente influenzabile dall’allenamento: il muscolo scheletrico del cavallo contiene abbondanti riserve di glicogeno, ha una concentrazione di mitocondri per unità di massa muscolare maggiore rispetto all’uomo e una percentuale di massa muscolare superiore rispetto alle altre specie animali. Queste ottime caratteristiche anatomiche si associano alla capacità del cavallo di farne il migliore uso, utilizzando le riserve di glicogeno mediante metabolismo aerobico in misura maggiore rispetto agli altri mammiferi.
Il cavallo ha una capacità aerobica superiore anche all’uomo e, quando viene sottoposto ad esercizi massimali, è in grado di aumentare il consumo di ossigeno di circa 40 volte rispetto ai valori di riposo.
Cavalli allenati hanno una maggiore capacità aerobica e durante un lavoro ad alta intensità producono meno lattato di un cavallo non adeguatamente allenato. Per questi motivi l’allenamento volto ad innalzare la soglia aerobica permette al cavallo di compiere migliori prestazioni.
Con la consapevolezza che le perdite di liquidi, attraverso il sudore, sono necessarie per sostenere il raffreddamento termoregolatorio, non si può e non si deve tentare di evitare che si verifichino perdite di elettroliti e di acqua. Pertanto, il sudore è necessario e la disidratazione è di certo la causa di poor performance che riguarda tutte le discipline.
Il cavallo dovrebbe arrivare in competizione ben idratato e perciò l’utilizzo dei sali minerali deve essere costante. La combinazione di alte concentrazioni di elettroliti e alti tassi di sudorazione, che caratterizzano il cavallo, si traduce in quantità molto elevate di elettroliti persi, rispetto all’uomo, durante i periodi di stress da calore. In molte discipline equestri, queste importanti differenze tra cavalli ed esseri umani continuano a essere sottovalutate.
Il risultato è che migliaia di cavalli impegnati nell’addestramento, nelle competizioni e nel trasporto sono sottoposti a periodi di disidratazione e stress termico da moderati a gravi, pericolosi per la vita. Il consumo di sola acqua per cercare di reidratarsi non farà altro che diluire i compartimenti dei fluidi corporei, provocando l’escrezione renale di acqua insieme ad altri elettroliti. Le ricerche condotte negli ultimi 30 anni confermano la necessità di un’efficace integrazione di elettroliti per via orale nei cavalli in generale e nei cavalli sportivi in particolare.
Le perdite di acqua ed elettroliti aumentano in proporzione alla crescente difficoltà del terreno, all’aumento della temperatura ambientale e alla velocità del cavallo
Il termine disidratazione è stato tradizionalmente applicato a una perdita di liquidi pari o superiore al 3% della massa corporea, cioè 15 L per un cavallo di 500 kg. Le manifestazioni della disidratazione comprendono debolezza muscolare, aumento della frequenza cardiaca, aumento della frequenza respiratoria, alterazione delle funzioni mentali, fascicolazioni muscolari, perdita di elasticità della pelle e riduzione dell’indice di recupero cardiaco.
La strategia per una corretta idratazione consiste quindi nel trovare un modo per sostituire efficacemente gli elettroliti e l’acqua alla stessa velocità con cui vengono persi dall’organismo durante i periodi di trasporto e di esercizio prolungati (superiori a 1 ora) o durante i periodi di recupero di un esercizio di breve durata in condizioni di temperature ambientali elevate. L’obiettivo principale di un’efficace integrazione elettrolitica è quello di sostituire, nelle giuste proporzioni e quantità, gli elettroliti e l’acqua persi con la sudorazione. Questo si può attuare, in base al lavoro svolto con l’utilizzo di mangimi complementari contenenti sali minerali bilanciati come Reidral CY, Master Lyte o Reidro Fast.
Altre cause, non meno trascurabili, di poor performance nel cavalloriguardano il collo: lesioni muscolari in questa sede provocano scarso rendimento atletico, spesso si manifestano con una postura anomala del collo, rigidità o sudorazione a chiazze, segni che vanno presi in considerazione per migliorarne l’elasticità, la capacita di flessione e di estensione. Se il problema è la rigidità, si può contrastare con prodotti a base di antiossidanti e sostanze che migliorano il metabolismo dell’acido lattico, come Muscle racing new.
Infine, non tutte le cause di poor performance nel cavallo riguardano i cavalli, ma includono fattori legati al cavaliere e/o alla sella e le loro interazioni restano difficili da determinare. Fattori legati al cavaliere come la posizione errata, l’incapacità di cavalcare a ritmo con il cavallo, l’inadeguatezza nel lavorare il cavallo e i fattori legati alla sella, come la scarsa vestibilità che causa aree focali di maggiore pressione, possono tutti contribuire in varia misura a prestazioni scadenti.
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