Sappiamo che durante l’inverno somministriamo al cavallo del fieno che è stato raccolto a maggio, per cui siamo ben consci dell’impossibilità di nutrirlo con un alimento ricco in vitamine, soprattutto A ed E. Per i mangimi per cavalli i a base di cerali, invece, il vero nemico è l’umidità che predispone principalmente allo sviluppo di muffe. Potrebbe essere utile saperne di più per affrontare i mesi invernali, assicurando ai nostri cavalli il meglio dal punto di vista nutrizionale.
Nei nostri precedenti articoli abbiamo già riportato che il profilo vitaminico del fieno di 8 mesi è molto diverso da quello di quando l’agricoltore l’ha lavorato. La maggior parte delle perdite di nutrienti dal fieno si verifica durante il processo iniziale di stagionatura. Dal punto di vista energetico e proteico, la stagionatura non comporta alterazioni quantitative.
Nel caso della vitamina A, ciò che si perde sono i carotenoidi e l’80% del beta-carotene presente nei foraggi viene perso durante la stagionatura, con una perdita aggiuntiva di circa il 7% per ogni mese di stoccaggio che può arrivare fino al 10%. Quindi, un ballone di fieno di 6 mesi potrebbe avere poco più del 10% del contenuto di beta-carotene rispetto alla stessa erba prima del raccolto. Il colore del fieno è un buon indicatore dei livelli di beta-carotene, più è verde e più saranno elevati i tenori di questa provitamina, rispetto al fieno ingiallito. Anche la fogliosità è un buon indicatore della presenza di betacarotene: più foglie ha il fieno, più ne contiene.
Oltre alla Vitamina A, di cui il beta carotene è precursore, un’altra vitamina viene degradata con la conservazione del fieno: la Vitamina E. La vitamina E è responsabile del mantenimento dell’integrità delle membrane cellulari e le protegge dai danni ossidativi. L’erba medica conservata a 30 gradi per tre mesi ha subito perdite di vitamina E del 54-73%.
È possibile supplementare la dieta dei nostri cavalli con un prodotto contenente Vitamina A, Vitamina E e beta carotene, a base di semi di lino che sono una importante fonte di omega 3. In questo modo si riesce a sopperire alle mancanze di questi nutrienti quando si somministra fieno stagionato e a promuovere la fertilità e le normali funzioni muscolari del cavallo.
Quanto più il foraggio è esposto alla luce ultravioletta durante la stagionatura, tanto maggiore è la perdita di betacarotene e vitamina E. Al contrario, la vitamina D aumenta durante la stagionatura alla luce ultravioletta. Il fieno stagionato con un tasso di umidità inferiore a 16-20% si conserva bene, con problemi minimi di riscaldamento o di formazione di muffe. Al contrario, se il fieno viene imballato con un’umidità eccessiva (25-35%), l’attività microbica genera una notevole quantità di calore. In casi estremi, il fieno può raggiungere temperature di combustione spontanea, mettendo in pericolo la scuderia e i cavalli.
La vitamina A, può essere immagazzinato nel fegato durante i periodi di assunzione ed essere utilizzata successivamente quando il fabbisogno non è soddisfatto. Quanto durano queste scorte? Da due a sei mesi. Pertanto successivamente è necessario integrare per evitare carenze che possono avere gravi conseguenze per il cavallo.
I cavalli alimentati correttamente con un mangime commerciale ben formulato probabilmente assumono quantità adeguate di vitamina A. Lo stesso potrebbe valere per la Vitamina E, ma l’utilizzo individuale di questa, varia notevolmente da cavallo a cavallo.
Fabbisogni giornalieri | Vitamina A (UI) | Vitamina E (UI) |
Cavalli in mantenimento 500 kg di peso | 15.000 | 500 |
Cavalli in lavoro | 22.500 | 800-1000 |
Fattrici gravide e in lattazione | 30.000 | 800-1000 |
Puledri svezzati fino a un anno | 10-15.000 | 500-750 |
Eseguire un’analisi dei nutrienti del fieno è utile per determinare il fabbisogno di mangimi complementari che possono essere utilizzati ad esempio come Evit liquido per soddisfare i fabbisogni di vitamina E e Selenio o multivitaminici e apportatori di minerali, come Megavit o Aminotech.
Per evitare la degradazione del mangime, la formazione di muffe o la contaminazione, i proprietari devono scegliere e conservare il prodotto nel modo più sicuro per la loro realtà. I mangimi devono essere stoccati in ambienti freschi e asciutti e in contenitori ben chiusi per tenere lontani umidità, gli insetti e i roditori. Come nel caso del foraggio, anche nei mangimi l’ossidazione colpisce le vitamine a vita breve, in particolare le vitamine del gruppo B e la biotina.
L’esposizione dei cereali (avena, orzo e mais) a un’elevata umidità può portare alla produzione di micotossine, che possono avere conseguenze pericolose per la salute dei cavalli. Alcune micotossine sono prodotte da funghi presenti al momento della raccolta dei cereali che proliferano in presenza di umidità durante lo stoccaggio. Piccole quantità non hanno alcun effetto sul cavallo e una recente indagine ha rilevato la presenza di queste micotossine in oltre l’80% dei cereali, che non sono visibili a occhio nudo ma necessitano di indagini di laboratorio. Nel caso in cui il cavallo assuma livelli molto alti di micotossine, la riduzione del consumo di mangime può essere un significativo segnale di un problema.
Tutti i cereali, non solo il mais, sono soggetti allo sviluppo di muffe e micotossine. Un cavallo che consuma mangime ammuffito rischia di sviluppare un’insufficienza epatica. In termini di sicurezza, le raccomandazioni sono quelle di limitare le concentrazioni di mais presenti nella composizione dei mangimi a meno del 20%, oltre a trattare il mais attraverso la cottura a vapore, con la pellettatura o l’estrusione.
Generalmente la data di scadenza di mangimi a base di cereali è a circa sei mesi dalla produzione. Se i proprietari conservano i mangimi in condizioni ideali, potrebbero essere consumati per più mesi, mentre i cereali interi puri (non lavorati e non schiacciati) potrebbero durare anni. I mangimi dovrebbero contenere pochi chicchi rotti, essere conservati in condizioni di bassa umidità (meno del 13%) e protetti da insetti e roditori. L’umidità e la temperatura delle strutture di stoccaggio, il grado di infestazione da roditori o insetti e l’esposizione all’aria influiscono sulla durata di conservazione
Con l’aumento delle temperature e dell’umidità nei mesi estivi, la durata di conservazione di un mangime diminuisce, soprattutto se la percentuale di grassi grezzi è elevata, come per Fat Fiber. Per questo motivo si consiglia di tenere a portata di mano solo la quantità di cereali che può essere somministrata nell’arco di un mese e mezzo.
La durata di conservazione dei mangimi pellettati, come Fat Fiber, Mac Breed e Training, può essere più lunga non solo per il minore contenuto di umidità, ma anche per il trattamento termico associato alla pellettizzazione.
La conservazione dei mangimi in sacchi di carta traspiranti comporta meno problemi legati all’umidità; tuttavia, si possono sviluppare parassiti o possono essere attaccati dai roditori. Per scoraggiare i topi, è preferibile utilizzare contenitori per il mangime costruiti in materiali che i roditori non possono rosicchiare e che siano ben chiusi. Da preferire quindi il sacco dentro il bidone ben chiuso.
Conservare correttamente il foraggio e i mangimi aiuta a mantenere il contenuto di nutrienti e l’appetibilità del mangime. Tra gli aspetti critici di uno stoccaggio sicuro vi è la conservazione del mangime in luoghi freschi e asciutti per evitare l’accumulo di umidità. L’utilizzo di un mangime di qualità contribuisce alla longevità e all’impatto nutrizionale delle vostre scorte.
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